Come abbiamo iniziato

Nei primi anni ’80 Pierangelo Careglio, non soddisfatto dal lavoro in fabbrica che lascia poco spazio all’iniziativa individuale, decide di aiutare il papà Matteo nella conduzione delle superfici agricole di famiglia. A quei tempi, 2 piccoli vigneti di proprietà rappresentavano solo una minima parte dell’intera coltivazione, formata quasi esclusivamente da frutteti. Ed è allora che Pierangelo matura la convinzione che occorre specializzare la produzione orientandosi verso qualcosa di più redditizio e stabile: la coltivazione della vite. Data la peculiarità del territorio, intuisce che bisogna convertire le colture frutticole, dando spazio alla coltivazione della vite che avrebbe potuto aprire potenziali sbocchi verso un mercato sempre più orientato al consumo di vini di qualità.

Passione

Pierangelo non si accontenta di produrre uve di qualità e, affiancato da un amico enologo, decide di intraprendere l’attività di vinificazione e imbottigliamento, adattando una piccola porzione del fabbricato agricolo a cantina, e dotandola delle attrezzature necessarie. Pierangelo è pronto a raccogliere la sfida e passa dalle poche “brente” di vino da tavola venduto sfuso, alla produzione di vino in bottiglia, mettendo in commercio le prime etichette di “Roero Doc” e di “vino da tavola Arneis” firmate Careglio Matteo.

LA SVOLTA

La qualità e l’interesse del mercato verso i vini del Roero cresce sensibilmente, in particolare il Roero Arneis, che ottiene la Doc nel 1989 e che da quel momento in poi diventa il prodotto di punta della azienda Careglio. La richiesta e la produzione di bottiglie Careglio si fa sempre più consistente, tanto che, anno dopo anno, l’attività frutticola viene soppiantata da quella viticola. Ma i terreni di proprietà non bastano: occorre quindi ampliare la superficie vitata e il pensiero corre subito alle colline “Costabella” e “Valmezzana”.

DALLE SFIDE NASCONO LE COSE MIGLIORI

Il problema è che non è semplice vincere le resistenze dei contadini per indurli a cedere i terreni. Da una parte sono profondamente legati alla riconoscenza per la fatica compiuta dai propri avi, e dall’altra alla convinzione che “a vendere c’è sempre tempo”.

Ma il tempo, la pazienza e la caparbietà, hanno consentito l’accorpamento di tante piccole superficie, tali da costituire oggi una consistente estensione, sulla quale sono impiantati moderni vigneti meccanizzabili e armonicamente uniti tra loro.

CAREGLIO, OGGI

Nel frattempo Andrea si è diplomato enotecnico presso la rinomata scuola Enologica di Alba e, guidato da grande passione, fornisce appieno il suo contributo all’attività familiare. Tutto questo ha permesso di dedicare una maggiore cura all’ immagine del prodotto e alla sua promozione, consentendo ai vini Careglio di varcare i confini del mercato locale per essere distribuiti in molti paesi esteri. Inoltre, dal 2017, l’avvio di una nuova struttura consentirà, oltre che a sostenere una maggiore produzione, anche una gestione più moderna dell’intero processo produttivo.